Legge di Bilancio 2026: cosa vuole fare il Governo per le pensioni
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La Legge di Bilancio 2026 si preannuncia come una delle più delicate degli ultimi anni per il sistema previdenziale italiano. Il Governo, alle prese con l’aumento della spesa pensionistica e l’inflazione che erode il potere d’acquisto, starebbe valutando nuove modifiche alle rivalutazioni e ai requisiti di uscita.
Tra ipotesi di revisione della perequazione, pensioni minime e incentivi alla flessibilità, cresce la preoccupazione di chi teme un ulteriore taglio del proprio assegno o una riduzione delle tutele future.
Rivalutazioni più basse, potere d’acquisto sempre più debole
Secondo le prime indiscrezioni, nel 2026 potrebbe essere introdotto un nuovo meccanismo di perequazione parziale, che limiterebbe l’adeguamento all’inflazione per le pensioni medio-alte.
Un intervento che, se confermato, significherebbe un ulteriore passo indietro nella tutela del valore reale degli assegni.
Negli ultimi quattordici anni, le pensioni italiane hanno già perso fino al 20% del loro potere d’acquisto. E con un’inflazione che si mantiene sopra l’1,5% annuo, anche una piccola riduzione nella rivalutazione può tradursi in centinaia di euro in meno all’anno.
Pensioni minime e flessibilità in uscita: le altre novità sul tavolo
Tra le misure discusse, si parla anche di:
- Rafforzamento delle pensioni minime, ma solo per determinate fasce di reddito;
- Maggiore flessibilità in uscita, con possibili incentivi per chi rinuncia a parte della rivalutazione pur di andare in pensione prima;
- Revisione di Opzione Donna e di alcune forme di pensione anticipata.
Tutte misure che puntano a riequilibrare i conti, ma che rischiano di penalizzare chi ha già versato contributi elevati o chi si trova a pochi anni dal ritiro.
Il vero rischio: pensioni già calcolate male
Mentre si parla di nuove regole, molti cittadini ignorano che la propria pensione potrebbe già essere sbagliata.
Le verifiche condotte dal team legale di Consulcesi & Partners attraverso OKPensione mostrano che in più del 50% dei casi gli assegni presentano errori di calcolo, con perdite medie di 200–300 euro al mese.
Gli errori più frequenti?
- Periodi contributivi mancanti (maternità, malattia, servizio militare);
- Errata applicazione del sistema misto o dei coefficienti di trasformazione;
- Rivalutazioni mai applicate o calcolate male.
La soluzione: verificare oggi per proteggere il domani
In uno scenario così incerto, conoscere la propria situazione previdenziale è fondamentale.
Con OKPensione, ogni cittadino può:
- Verificare la correttezza della pensione attuale con il servizio Ricalcolo Pensione;
- Pianificare la propria pensione futura, simulando diversi scenari e strategie di uscita.
👉 Non aspettare la prossima riforma: verifica subito la tua pensione.
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